13.4.14

StoriAlternativa/Scritti/3


Precisazioni Culturali

Il fascismo […] non è sorelianesimo di accatto. 
È cresciuto sociale nell’autonomia di una propria dottrina. 
Di una propria dottrina considerata non uno svago ma un diario della propria efficienza, una testimonianza su come distruggere i gravami che la civiltà del profitto fa pesare sull’intero occidente. 
Ci siamo dati una cultura, per porre in stato di propagazione totale quella nostra dottrina la cui semplicità non deve trarre nessuno in inganno.
Abbiamo inventato la nostra ideologia, correndo il rischio, italianissimo, dell’improvvisazione. Non avevamo le spalle dottrinariamente coperte dalla voce, dalla filosofia, dei precursori. Cattaneo era troppo lontano. 
Vincenzio Russo e Pisacane c’erano soverchiamente remoti. 
Oriani ci risultava troppo prossimo. 
Siamo nati soli…[…]
 In quei giorni maturava in mio fratello Arnaldo,
spirito altrettanto religioso, 
altrettanto difensore della fede,
l’idea di tradurre in assetto organico dottrinario la scuola di mistica fascista che avrebbe dovuto divenire il cuore del nostro dogma. 
Perché senza dogma, 
senza dogma ragionato, 
non v’è luogo per l’illuminarsi della fede.


Benito Mussolini
 tratto dai “Taccuini Mussoliniani” di Yvon De Begnac