Precisazioni Culturali
Il fascismo […] non è sorelianesimo di accatto.
È cresciuto
sociale nell’autonomia di una propria dottrina.
Di una propria dottrina
considerata non uno svago ma un diario della propria efficienza, una
testimonianza su come distruggere i gravami che la civiltà del profitto fa
pesare sull’intero occidente.
Ci siamo dati una cultura, per porre in stato di
propagazione totale quella nostra dottrina la cui semplicità non deve trarre
nessuno in inganno.
Abbiamo inventato la nostra ideologia, correndo il rischio,
italianissimo, dell’improvvisazione. Non avevamo le spalle dottrinariamente
coperte dalla voce, dalla filosofia, dei precursori. Cattaneo era troppo
lontano.
Vincenzio Russo e Pisacane c’erano soverchiamente remoti.
Oriani ci
risultava troppo prossimo.
Siamo nati soli…[…]
In quei giorni maturava in mio
fratello Arnaldo,
spirito altrettanto religioso,
altrettanto difensore della
fede,
l’idea di tradurre in assetto organico dottrinario la scuola di mistica
fascista che avrebbe dovuto divenire il cuore del nostro dogma.
Perché senza
dogma,
senza dogma ragionato,
non v’è luogo per l’illuminarsi della fede.
Benito Mussolini
tratto dai
“Taccuini Mussoliniani” di Yvon De Begnac