27.7.13

VERITA' SCOMODE


Vae Victis!
Guai ai vinti!

Il calendario della memoria storica, puntualmente, accende discussioni superficiali sul recente passato della nostra Europa. L’Italia occupata dagli occupanti AngloAmericani è un caso unico nel suo genere.
Si festeggia l’occupazione delle forze nemiche, il 25 aprile, per poi attaccare sterilmente, con le stesse bandiere, il sistema degli Occupanti. 
La colonizzazione, quindi, ha generato delle situazioni bizzarre che negli ultimi giorni hanno riacceso il dibattito storico politico. Senza però arrivare a conclusioni oggettive. La solita polemica, le solite reazioni indignate e la solita ipocrisia retorica.

Lo Schiaffo451, prende la palla al balzo e calcia al volo, senza esitazione.

Il vecchio Pippo Baudo, icona dell’Italietta del dopo guerra, durante un servizio televisivo condanna l’episodio sanguinario di Via Rasella, dove persero la vita 33 soldati altoatesini della divisione Bolzano delle Schutz Staffeln, le Squadre di protezione Nazionalsocialiste, una manciata di giovani civili e successivamente oltre 300 persone, tra cui alcuni dirigenti politici avversi agli stessi terroristi. Pippo dice che: "Le verità storiche, anche se amare, vanno sempre dichiarate, che vigesse una legge del taglione che prescriveva dieci morti italiani per ogni tedesco ucciso -afferma Baudo- purtroppo lo si sapeva già". 

Riepiloghiamo.

Durante la Seconda Guerra Mondiale era vigente la famosa “rappresaglia”, ossia un'azione o misura punitiva attuata con metodi violenti ed espressamente eclatanti, adottata da una potenza militare occupante nei confronti della popolazione del territorio occupato, quando questa abbia causato qualche danno a propri cittadini (militari o civili) in quello stesso territorio. Viene considerata rappresaglia anche l'azione analoga effettuata da formazioni di guerriglieri, ribelli, rivoluzionari armati o fuorilegge, contro gli occupanti ed invasori, oppure i rappresentanti del proprio Stato, in quanto non si riconoscano e si combattano, o di altre organizzazioni o fazioni. Per ogni Tedesco morto, in questo caso, perdevano la vita 10 prigionieri, se non si fossero presentati gli autori materiali ed i mandanti dell’azione terroristica. Per i francesi il rapporto era addirittura di 50 a 1. 
E’ una guerra. Punto.

Aberrante, dice la coscienza civile, democratica e post bellica. 
Ma è pur sempre una Legge riconosciuta, che addirittura portò a delle assoluzioni come nel famoso caso “Kurt Student”. Il generale tedesco Kurt  Student, durante l'occupazione dell'isola di Creta, ordinò la fucilazione di 10 greci per ogni tedesco ucciso. Il generale per questo ordine fu condannato alla fine della guerra a 5 anni di reclusione, ma in seguito la sentenza fu rivista ed annullata dopo la disamina delle morti dei soldati, spesso torturati o mutilati.

La condanna di Pippo Baudo è stata una mazzata mastodontica per gli immortali e immorali nipoti dei partigiani, in questo caso legati alla fazione filo sovietica ed anti Italiana. Per intenderci quelli che hanno issato il Tricolore con la stella rossa a Trieste, per dirne una. I collaborazionisti del nemico hanno minacciato deliranti azioni. 
Forse vogliono piazzare altre bombe, stavolta contro l’eretico “partigiano bianco scudato” Pippo Baudo?

 ATTENZIONE!

Rischiano tutti quelli che mettono in dubbio il dogma della liberazione, a suon di bombe.

Intanto, nelle oltre 100 di basi militari non Italiane sul suolo nazionale, non sventolano né le bandiere rosse comuniste né i Tricolori Sovietici. 
Strano, no?
I partigiani avevano formato delle spietate bande armate, dagli occupanti, non riconosciute dal punto di vista militare. Capaci di sabotare dall’interno il sistema e di praticare azioni vili come questa.
Paradossalmente chi mise le bombe al passaggio della truppa in Via Rasella era consapevole della conseguente rappresaglia, come si leggeva sui manifesti affissi su ogni angolo delle città sotto il comando Tedesco. 
Anzi, quel sangue voleva generare altro sangue.
 « Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura! » disse Salvo D’Acquisto, che evitò una rappresaglia, salvando 22 innocenti.  
D’Acquisto conosceva il concetto di Onore, riconosciuto anche da Tedeschi che lo giustiziarono. 
Sembra il teatro dell’assurdo, ma è l’assurda realtà di una guerra che continua a fare danni.
Noi condanniamo tutte le forme di razzismo, classismo, terrorismo,  intolleranza e chiusura mentale.

Lo Schiaffo451 non ha combattuto nella Seconda Guerra mondiale. 
Ne paga le conseguenze, soprattutto sotto il profilo della libertà di espressione.
Le verità non sono scomode come ha detto Baudo. La verità è pura.
Essa deve emergere per rendere giustizia ai vinti e allo stesso tempo ai vincitori.

Basta con i dogmi intoccabili.

Una di queste verità è la storia del Capitano Erich Priebke, che dopodomani compirà 100 anni. L’ultimo prigioniero di guerra vivente. Oggi vogliamo poter discutere su tutti gli argomenti, senza tabù.
Gandhi che parla di Mussolini, Priebke che ha il diritto di difendersi, Baudo che non può rispolverare la logica di un osservatore neutrale.
Questo “schiaffo” deve servire per mettere tutto in discussione e attivare l’intelligenza, non solo l’emotività.
Discutiamo da persone civili ed aperte.
Rivoluzioniamo il modo di imporre la storia.


Il Futuro ci sfuggirà sempre, se guardiamo al passato con gli occhi del Presente.

LEONE!


Onore.

A te, Leone, io do il compito di mostrare
agli occhi del mondo lo splendore della Mia Creazione.

Devi però diffidare dell’orgoglio e sempre ricordare che si tratta
della Mia Creazione, non della tua. 
Se lo dimenticherai, gli uomini ti disprezzeranno. 
Troverai grandi gioie nella missione che ti
affido se la compirai alla perfezione. 
Per questo devi possedere il dono dell’Onore.

Martin Schulmann 

मोहनदास करमचन्द गांधी


Grande Anima.

«Mussolini è un enigma per me. 
Molte delle riforme che ha fatto mi attirano. 
Sembra aver fatto molto per i contadini. 
In verità, il guanto di ferro c'è. 
Ma poiché la forza è la base della società occidentale, 
le riforme di Mussolini sono degne di uno studio imparziale. 
La sua attenzione per i poveri, la sua opposizione alla superurbanizzazione, 
il suo sforzo per attuare una coordinazione tra il capitale e il lavoro, 
mi sembrano richiedere un'attenzione speciale. [...]
Il mio dubbio fondamentale riguarda il fatto che queste riforme 
sono attuate mediante la costrizione.
Ma accade anche nelle istituzioni democratiche. 
Ciò che mi colpisce è che,
dietro l'implacabilità di Mussolini, 
c'è il disegno di servire il proprio Popolo. 
Anche dietro i suoi discorsi enfatici c'è un nocciolo di sincerità e
di amore appassionato per il suo Popolo. 
Mi sembra anche che la massa degli
Italiani ami il governo di ferro di Mussolini».


Mohandas Karamchand Gandhi, detto il Mahatma, 1931

STORIALTERNATIVA/1

L'ultimo prigioniero di guerra.

“Il caso Priebke doveva essere l'ennesima occasione 
per riaffermare e giustificare i principi su cui 
si fondano le suggestioni politiche e sociali del mondo attuale. 
Un mondo programmato nella conferenza di Yalta, 
autolegittimato con i processi farsa di Tokio, Norimberga e gli altri, 
inscenati via via contro chi non voleva allinearsi alle logiche del nuovo corso. 
Doveva essere l'ultima occasione per usare
il soldato tedesco come simbolo del male, 
contrapposto a tutto ciò che in termini 
sempre più categorici viene imposto
ai popoli della terra come il bene:
il nuovo ordine mondiale, 
quello globalizzato da un ristretto gruppo di plutocrati cosmopoliti e 
dai politicanti al loro servizio".



Erich Priebke

21.7.13

8DOMANDE/2


Giovanni Mauriello, detto Vasco, è un militante della Vecchia e stempiata Guardia della base Caudina ed Irpina. Emigrato, con tutto il suo bagaglio militante, in Lombardia per necessità lavorative. Punto di riferimento a San Martino Valle Caudina prima e a Legnano poi, lo incontriamo in questa calda estate, dopo il tonfo elettorale della Destra che ha sancito la fine di un’epoca. Vasco ha militato in contesti differenti, ma sempre in prima linea sia a Nord che a Sud della Penisola. Una sorta di militanza nazionale nella realtà post-Fascista e pst-Missina. Un percorso lungo, dagli albori con Il Movimento Sociale Italiano e il Fronte della Gioventù, per passare poi da Alleanza Nazionale, Azione Giovani, fino a alla miriade di movimenti e sigle di questi ultimi anni.

-D_Insomma Gianni, la destra del Terzo millennio è scomparsa dallo scenario politico nazionale?
-R_Ormai dopo la fine dell’epoca Berlusconiana la Destra è ai minimi storici. Ci vuole una sintesi ideologica come accadde nel Ventennio, oltre gli schieramenti. Né destra né sinistra è il motto chiave. Solo così potremo costruire un nuovo modello italiano seguendo la scia francese del Fronte Nazionale “Stile Le Pen”.

-D_Chi sono i responsabili di questo fallimento e come si è potuta sbriciolare una fazione che ha pagato anche in termini di vite?
-R_ I responsabili del fallimento sono tutti coloro che nel gennaio 1995 hanno inteso e costruito Alleanza Nazionale. Hanno costruito un partito in un modo assolutamente fuorviante per l’ala neofascista che militava nella destra sociale.  AN doveva essere una nuova aggregazione di movimenti identitari, nazionali e sociali, con alla base l’anima storica del Movimento Sociale Italiano. Invece, la linea della nuova realtà è stata estremamente liberale, senza alcuna distinzione con la Destra Liberale di Forza Italia. Gli ex-Missini hanno seguito il pifferaio di Arcore per meri scopi personali. Gianfranco Fini e i suoi “Colonelli”  hanno generato una catastrofe politica. Con loro, quindi, è iniziata una lenta, ma inesorabile disgregazione che ha portato la parola “fine” su tutto un mondo, nato nel 1946 dopo la sconfitta nella Seconda Guerra mondiale.

-D_Quali sono le differenze tra "destra sociale" e "Sinistra nazionale" dal punto di vista ideologico, a tuo giudizio?
-R_L’azione sociale è stata la spina dorsale di entrambe le ideologie.  Un punto di incontro, tra Rossi e Neri,  su un tavolo ideologico molto più vasto. Oggi credo che la suddivisione sia diversa. Da una parte abbiamo il mondo liberale, vedi Partito Popolare Europeo o Partito Socialista Europeo e dall’altra un fronte sociale, disgregato, a difesa del Popolo. Io sono a favore di una visione sociale della lotta e sono contro al modello imposto dal $istema.

-D_Hai militato per anni nell’Area non conforme Caudina ed Irpina. Parlane alle Lettrici ed ai lettori de Lo Schiaffo451.
-R_Innanzitutto, questa è un’ottima iniziativa, molto lodevole e spero che vada avanti con successo. Lo Schiaffo451 deve essere uno stimolo per tanti giovani, perché può ricucire e unire le varie anime politiche della nostra area. La “Destra” Irpina come nel resto d’Italia si è sfasciata anch'essa. Resoconti personali e guerre tra Colonelli delle varie correnti hanno distrutto un’intera Federazione Provinciale, diffusa capillarmente su tutti i 119 comuni dell’Irpinia. Ciò non toglie che ho vissuto tante splendide giornate, specialmente quando la Militanza era figlia della Passione e dell’Idea. Negli anni Novanta ci fu una crescita esponenziale In Valle Caudina. Il Fronte della Gioventù e poi Azione Giovani avevano sedi in ogni paese della Valle, arrivando ad essere tra le realtà più attive e numerose in tutta la provincia di Avellino. Come ho detto prima, lo sfascio è arrivato insieme alla fisiologica disgregazione, voluta in modo scientifico dal vertice sia Nazionale che Irpino...

-D_Mussolini oggi. Rileggerlo e attualizzarlo in democrazia è proponibile nel 2013?
-R_Le tesi Mussoliniane sono valide ancora oggi. Basta saperle trasportare con intelligenza nel 2013. Purtroppo, ci sono ancora troppe persone che danno un’immagine sbagliata del Fascismo tramite parole obsolete o scene carnevalesche che non hanno niente a che fare con l'Essenza originaria del pensiero Etico di Benito Mussolini.

-D_A quali valori etici ti ispiri?
-R_Socializzazione, partecipazione, solidarietà e identità culturale contro l'europa della moneta, in difesa dell'Europa dei Popoli con spirito nazionale, sociale e popolare.

-D_Come vedi il futuro di un'Area che è ridotta a brandelli? Esiste la possibilità di una rinascita o siete destinati all'oblio?
- R_A mio avviso l'area avrà speranze solo quando Silvio Berlusconi uscirà dalla scena politica. Fino a quando ci sarà  lui saremo politicamente ostaggio dell'immobilità, sia dal punto di vista tecnico amministrativo che dal punto di vista politico. Ma questo non vale solo per la nostra Area, ma per tutto lo scenario politico nazionale.

-D_Ultima domanda, uno schiaffo a...
-R_Uno schiaffo, sicuramente, a Francesco Storace. Ha avuto l'opportunità di poter far rinascere una speranza ed invece anche lui, come Gianfranco Fini, non ha avuto il coraggio ed ha preferito accodarsi al prestigiatore di Arcore. Ha meritato il suo misero e striminzito risultato elettorale, che lo ha cancellato dalla politica italiana.

16.7.13

ANALFABETISMO POLITICO!

Analfabetismo politico.

 Il peggiore analfabeta

è l’analfabeta politico.

Egli non sente, non parla,

nè s’importa degli avvenimenti politici.



Egli non sa che il costo della vita,

il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,

dell’affitto, delle scarpe e delle medicine

dipendono dalle decisioni politiche.



L’analfabeta politico è così somaro

che si vanta e si gonfia il petto

dicendo che odia la politica.



Non sa l’imbecille che dalla sua

ignoranza politica nasce la prostituta,

il bambino abbandonato,

l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi,

che è il politico imbroglione,

il mafioso corrotto,

il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.

 Bertolt Brecht

14.7.13

EUROPA!


EVROPA!

Torre del nostro orgoglio.
Forte come l'acciaio.
Potente come una calamita.
Ogni limatura vi si aggregherà.

Drieu la Rochelle

L'Europa, 
una volontà unica, 
formidabile,
capace di perseguire 
uno scopo per migliaia di anni.

Federico Nietzsche

C'è un presente
ed un avvenire
che preparano
un'Europa nuova.

Giovanni Papini

EUROPA NAZIONE!


EUROPA NAZIONE

A Praga a Berlino, a Mosca a Varsavia
A Buda a Stettino il fuoco brucia già
Viva l’Europa libera, viva l’Europa grande
Europa Nazione Nazione sarà

A Roma ad Atene a Vienna a Parigi
Spezziamo le catene gridiamo libertà
Americani a casa compagni nella steppa
Europa Nazione Nazione sarà

Risorgi Europa, risorgi sul mondo
Risorgi più grande risorgi con noi
Nella tua nuova storia c’è scritto già vittoria
Europa Nazione Nazione sarà

Son cento son mille milioni di fiaccole
Che s’alzano in alto insieme ad una bandiera
I giovani d’Europa uniti in un sol coro

Europa Nazione Nazione sarà

Fronte della Gioventù, Trieste.

EUROPA SOVRANA!

Quale avvenire per i Popoli Europei?

Prendiamo ad esempio alcuni parametri.
La demografia.
Ci sono più decessi che nascite nei paesi europei e matematicamente quando una Nazione non è più capace di rinnovare le generazioni, 
arriva la morte sicura.
Morte sicura perché  il sistema è sclerotico.
Morte sicura perché vi è una visione materialista dell’Europa, 
dove l’uomo non può emanciparsi veramente. 
L’essere umano visto come semplice CONSUMATORE.
Riflettiamo su un aspetto importante:
il sistema MONDIALISTA
ha creato una mentalità che non permette di REAGIRE.

L’esempio di questa sterilità è lo stato attuale della Grecia.  
La Vecchia Hellas è un laboratorio del MONDIALISMO,
una provincia dell’Unione Europea che ha perso AUTONOMIA.
Un indizio rivelatore lo si riscontra nel Popolo Greco che si rivolta, 
ma alla fine NON TROPPO.
Il numero dei suicidi esplode e dovremmo vedere da parte dei Greci
una volontà folle di uscire da questa gabbia USURAIA,
di tagliare lo strapotere dei membri del 
CAPITALISMO INTERNAZIONALE,
ossia coloro i quali li hanno portati in questa situazione di SCHIAVITU’!

La verità è che gli animi sono evirati.
Non ci sono più reazioni sane tra li esseri umani.
QUESTO è dovuto al sistema educativo,
che ha imposto di adorare trasmissioni penose
le quali fanno crescere generazioni di DECEREBRATI.

Questa è la prova inconfutabile. 
L’Uomo è EVIRATO.
La gente non ragiona più.
Questi schifosi PADRONI del MONDO,
che guidano e comandano le facce di merda dei vari
MONTI, LETTA e compagnia cantando

scaveranno la fossa al POPOLO EUROPEO.

12.7.13

LUIGI PIRANDELLO

SOLITARIA


Eterno immenso e vario

comporre un canto solo, e tutta in quello

chiuder l’anima, come in uno snello

bel vaso cinerario:

questo vorrei; ma de l’umane genti

raccoglier pria, perché il perenne canto

tragga voce da loro e vivi accenti,

i pensieri e gli affetti e gli odî e il pianto.

Questo. Ed a te, profonda notte, in vano

su noi pregata senza dipartita,

dire co ’l poderoso canto umano

la vanità de l’essere infinita


Luigi Pirandello- Mal giocondo, Palermo, Libreria Internazionale Pedone Lauriel, 1889
Nobel per la letteratura 1934

GIUSEPPE UNGARETTI


FRATELLI
Mariano il 15 luglio 1916

Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte
come una foglia
appena nata

Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli.


Giuseppe Ungaretti- L'Allegria, 1931

GABRIELE D'ANNUNZIO

O Giovinezza.

O Giovinezza, ahi me, la tua corona
su la mia fronte già quasi è sfiorita.
Premere sento il peso della vita,
che fu si lieve, su la fronte prona.

Ma l'anima nel cor si fa più buona,
come il frutto maturo. Umile e ardita,
sa piegarsi e resistere; ferita,
non geme; assai comprende, assai perdona.
Dileguan le tue ultime aurore,

O Giovinezza; tacciono le rive
poi che il torrente vortice dispare.
Odo altro suono, vedo altro bagliore.
Vedo in occhi fraterni ardere vive
lacrime, odo fraterni petti ansare

Gabriele D'Annunzio

10.7.13

8DOMANDE/1


Apertura Nuova Rubrica.

Questa è la prima di una raffica di interviste che la redazione de Lo Schiaffo 451 pubblicherà per approfondire tematiche politiche, sociali, etiche, artistiche, ambientali e altro ancora.
In tal modo abbiamo l'opportunità di dialogare e ragionare direttamente con liberi cittadini, reduci, associazioni, fazioni, militanti, con un'apertura a trecentosessanta gradi.
Siamo convinti dell'importanza di un lavoro del genere e della necessità di usare questa cinghia di trasmissione culturale. Rossi, Neri,Verdi, Destra, Sinistra, Centro, Alto, Defilato, Decentrato.
Tutti/e siete invitati/e a dire la Vostra, rispondendo alle Nostre 8 domande.

Apriamo le danze con Maria Paola De Stefano, Donna impegnata con tenacia  in prima fila ad Avellino ed in tutta l'Irpinia. Una militanza lunga tantissimi anni, ma che riesce ancora ad emozionare, nonostante le frammentazione di tutta un'area non conforme, sia in ambito nazionale sia sul territorio provinciale.
Buona e attenta lettura, care Lettrici e cari Lettori:


Intervista a Maria Paola De Stefano.


-D_Maria Paola, hai vissuto una vita tra manifestazioni, idee, azioni e progetti. Come vedi il fallimento della "destra" ad Avellino, dopo queste ultime elezioni comunali?

-R_Per la prima volta da quando ho iniziato a far politica non mi sono sentita rappresentata in una competizione elettorale. La sconfitta per chi professava la cultura di governo è stata cocente, spero abbiano compreso.Ora è tutto da ricostruire, siamo ancora una volta "uomini in piedi fra le rovine".

-D_Il Fronte della Gioventù in Irpinia è stato un punto di riferimento per molte generazioni che sognavano un mondo differente. Come è stata la realtà dei fatti, tirando le somme a distanza di anni?

-R_Ho cominciato a militare a 13 anni. A quell'età la politica rappresenta tutto o niente. Per me è stata una scelta di vita. Il FdG è stato una scuola importante, un'esperienza ardua ed esaltante, in una città poi dove imperava lo strapotere democristiano. Non credo che tutto sia finito, siamo brace che cova sotto la cenere. Basta un alito di vento per riaccendere la Fiamma. In fondo, chi ha partecipato ad una determinata esperienza la porta dentro tutta la vita, nonostante i tradimenti, nonostante le delusioni.

-D_Come vedi l'Area postFascista oggi, dopo il crollo su scala nazionale?

-R_Esistono tante meravigliose realtà, tante straordinarie energie, manca il coordinamento o almeno il confronto. Ci si trincera dietro sigle e simboli, ma ci sono dei momenti,  quello che stiamo vivendo è uno di questi, nei quali sarebbe importante ricordarsi che ciò che unisce è più profondo ed importante di ciò che ci divide. Ci sono troppi personalismi e poco senso comunitario.

-D_Ad Avellino stava per nascere un progetto unitario, unico in Italia. Cosa vi ha spinto ad unirvi e cosa è mancato per coronare il sogno di un'alternativa al potere in città?

-R_Abbiamo riunito tutto l'ambiente intorno ad idee e progetti comuni. E' stata un'esperienza fantastica e forse anche un monito per i capi nazionali. Vedere insieme i vecchi Missini ed i giovani militanti della destra radicale fare insieme un volantinaggio non ha prezzo. Un mondo si è ritrovato, una comunità umana e politica ha ripreso il cammino. Devo dire che in poche settimane abbiamo raccolto consensi e riscosso simpatie inaspettate. Quella che era solo un'aspirazione, stava diventando realtà. Stavamo costruendo una vera alternativa al sistema. Ma come sempre il potere quando si sente minacciato reagisce vigliaccamente e così qualcuno ha risvegliato la pseudo fondazione di AN. Certo essere vittime di fuoco amico fa ancora più male. Anche perché la Fondazione gestisce un patrimonio che molti di noi, nel loro piccolo, hanno contribuito a creare e lo fa con le modalità che vengono ben descritte negli scoop giornalistici e nelle inchieste giudiziarie delle ultime ore. Ma certo quello che abbiamo messo in moto, non si è fermato con l'esclusione dalla competizione elettorale. Infatti, stiamo costituendo un'associazione che possa essere punto di riferimento ed ultimo baluardo sul territorio di una determinata concezione della politica.

-D_Quali sono i valori etici che caratterizzano la tua militanza?

-R_Quando ho cominciato a fare politica sognavo la rivoluzione. Con il passare degli anni ho compreso che la rivoluzione passa anche dal ripulire un'aiuola per restituirla alla comunità. Quindi, in primo luogo, una dimensione comunitaria della propria esistenza con particolare attenzione al sociale, l'Amore per la propria Terra e per le proprie radici, come base su cui costruire il futuro. Il primato dei valori spirituali su quelli materiali e conseguentemente della politica sull'economia.

-D_ C'è gente che vorrebbe riaccendere la Fiammella di Alleanza Nazionale. Un tuo giudizio su questa manovra politica ricca di nostalgia e di interessi...
-R_Alleanza Nazionale nacque in un momento diverso e soprattutto in una situazione diversa. Avevamo un partito come il Movimento Sociale Italiano radicato sul territorio, uomini di qualità, militanti motivati e appassionati. Veri servitori di un'idea. Avevamo l'occasione di "spendere" quello che da formiche operose avevamo accumulato fino ad allora. Oggi sul territorio c'è poco o nulla di quel patrimonio, che è stato dissipato da persone indegne. E' mancato il coraggio di osare, di non cedere al canto delle sirene del potere. Tutto questo ha prodotto lacerazioni profonde, prima di tutto fra la base e la classe dirigente. Non basta sedersi ad un tavolo e far finta che nulla sia successo. Non si crea un partito per fare la scialuppa di salvataggio a chi ha perso la poltrona. Da tempo sono impegnata per ricompattare l'ambiente, ma bisogna partire dalle idee. Chi in questi anni ha commesso errori imperdonabili deve assumersi le proprie responsabilità e farsi da parte. Ci sono tante energie che possono essere la linfa vitale per una nuova destra. Le idee vivono se attualizzate, trasmesse agli agli altri con il confronto e l'impegno politico. Ripartiamo dal territorio, torniamo ad essere portavoci delle istanze della gente. Dobbiamo avere il coraggio di disegnare l'Italia e l'Europa che vogliamo e lottare per costruirle. Irriverente di fronte al potere e solidale con i deboli. Questa la destra che vorrei, una destra con radici profonde, ma proiettata nel futuro.

-D_ Il Fdg e il dramma dell'Isochimica con l'amianto assassino. Puoi raccontare la storia di questa importante battaglia a difesa del territorio, che solo in questi mesi è diventata un caso nazionale?   
-R_Il MSI, con l'allora consigliere comunale Quirino Balletta, fu la prima forza politica a dare voce al disagio degli operai dell'Isochimica. Fummo i primi a denunciare lo scandalo "della fabbrica dei veleni" e abbiamo continuato a farlo per anni nell'indifferenza generale. Del resto era un'epoca in cui ad Avellino se avevi la giusta 'protezione politica' potevi permetterti tutto. Ora, purtroppo, la vicenda Isochimica a causa anche delle numerose morti è alla ribalta delle cronache nazionali. Solo oggi si sente da più parti parlare di bonifica, con uno scandaloso ritardo, ma meglio tardi che mai.

-D_Per chiudere uno schiaffo a...

-R_In realtà sono tanti gli schiaffi. Uno a chi resta a guardare ciò che accade intorno a sé, passivamente, affinché si svegli e comprenda che siamo tutti coinvolti ed il nostro non agire ci rende complici. Uno schiaffo alle coscienze intorpidite e un altro ancora ai tanti miei fratelli, affinché aprano gli occhi e la smettano di farsi incantare da venditori  di fumo. Uno schiaffo a chi ha smarrito la strada o a chi si è fermato lungo il cammino. L'ultimo schiaffo è per me, per quando mi lascio prendere da delusioni e amarezze e sono tentata di lasciar perdere. Uno schiaffo per ricordarmi che vale sempre la pena di lottare per me e soprattutto per i fratelli che ho perso, ma che sono sempre con me nel mio cuore. Per quelli che ritroverò, per quelli che non ho mai incontrato. Una cosa è certa finché lotterò non sarò sola. Mai.

7.7.13

DEDICATA A CARLO.

Dedicata a Carlo Falvella.

E ti svegli una mattina e ti chiedi: «Cosa è stato?»
Rigettare i tuoi pensieri sulle cose del passato
Prendi un fazzoletto nero che conservi in un cassetto
Cominciare tutto un giorno, forse un giorno maledetto
Frequentando certa gente di sicuro differente
E un battesimo di rito con il fiato stretto in gola
Quando già finiva a pugni sui portoni della scuola!

E inciampare in un destino che già ti cresceva dentro da bambino
Ed un ciondolo d'argento che ti tieni intorno al collo
Odio e amore per cercare di capire una logica ideale
Una logica ideale a cui ciecamente credi
E tua madre piange sola e ti osserva dietro i vetri
Perché sa che non perdona questa guerra
Perché sa che non ha pace la sua terra!

Un partito, vecchia storia, un'eredità che scotta
Nell'ambiguità di sempre come un senso di sconfitta
E ignorare circostanze, giochi assurdi di potere
Che ne sai di quel passato, di nostalgiche illusioni?
Di un confronto che da sempre si è attuato coi bastoni!

E sentirsi vivere dentro a vent'anni all'occasione
Per cercare di dare un senso alla tua rivoluzione
Poi una sera di gennaio resta fissa nei pensieri
Troppo sangue sparso sopra i marciapiedi
E la tua generazione scagliò al vento le bandiere!

Gonfiò l'aria di vendetta senza lutto, né preghiere
Su quei passi da gigante per un attimo esitare
Scaricando poi la rabbia nelle auto lungo il viale
Tra le lacrime ed i vortici di fumo
Da quei giorni la promessa di restare tutti figli di nessuno!

Pochi giorni di prigione ti rischiarano la vista
Dimmi: «Come ci si sente con un'ombra da estremista?»
«Cosa provi nelle farse di avvocati e tribunali?»
Ed Alberto Giaquinto che è finito dentro l'occhio di un mirino
La democrazia mandante, un agente è l'assassino!

E Francesco che è volato sull'asfalto di un cortile
Con le chiavi strette in mano, strano modo per morire
E braccia tese ai funerali ed un coro contro il vento
Oggi è morto un camerata, ne rinascono altri cento
E il silenzio di un'accusa che rimbalza su ogni muro!

Questa volta pagheranno, te lo giuro
Poi la sfida delle piazze ed i sassi nelle mani
Caroselli di sirene, echi sempre più lontani
Quelle bare non ancora vendicate
Le ferite quasi mai rimarginate!

Ma poi il vento soffiò forte e ti donò quell'occasione
Di combattere il sistema in un'altra posizione
Tra la fine del marxismo e i riflussi del momento
Costruire il movimento fra le angosce dei quartieri
Ed un popolo, una lotta, chiodo fisso nei pensieri
E generazioni nuove in cui tu credevi tanto
Poi quel botto alla stazione che cancella tutto quanto!

E al segnale stabilito si dà il via alla grande caccia
I fucili che ora puntano alla faccia
Le retate in grande stile dentro all'occhio del ciclone
Tra le spire della santa inquisizione
Poi le tappe di una crisi, di una storia consumata
Di chi trova la sua morte armi in pugno nella strada
Di chi viene suicidato in una stanza, di chi fugge,
Di chi chiude nei cassetti anche l'ultima speranza!

E ti svegli una mattina sulle labbra una canzone
E l'immagine si perde sulla tua generazione
Quei ragazzi un po' ribelli e un po' guerrieri

Che hanno chiuso nei cassetti e infondo ai cuori tanti fazzoletti neri!

Generazione 78, Francesco Mancinelli.