17.6.14

FRANCESCO E' LIBERTA'!



Luigi ricorda Francesco.

Nei due mesi a Casal del Marmo ho frequentato anche Francesco Cecchin.
Se non fosse morto, oggi sarebbe sicuramente un parlamentare di Alleanza Nazionale.
Me lo immagino così 
perché lo ricordo diverso dagli altri, 
di buona famiglia, una mentalità più politica, più fine.

Durante il periodo in coma, frequento spesso la sua famiglia, 
mi ricordo bene i genitori e soprattutto la sorella, Maria Carla. 
La madre di fronte al dramma della morte del figlio non aveva la mia sete di vendetta. 
Non voleva vedere alla sbarra i colpevoli a tutti i costi. 
Neanche Maria Carla, che aveva visto con i suoi occhi tutta la scena, 
la fuga del fratello, il volo, il corpo insanguinato, fermo a terra.
Era una ragazza mite, timida, scioccata.

Noi eravamo già induriti dalla vita, dagli scontri, dal carcere.
Ci siamo rincontrati a distanza di anni.
Maria Carla Cecchin è sempre sorridente, 
ma negli occhi leggi ancora il dramma del fratello.
Il papà di Francesco Cecchin veniva da Nusco in provincia di Avellino;
con un’aria aristocratica sedeva nella poltrona più bella del salone, 
stringeva i pugni e cercava di non piangere.

Luigi Ciavardini

Tratto da “La Strage di Bologna e il terrorista sconosciuto – il Caso Ciavardini, Edizioni Bietti, pag.45