17.6.14

1984!


Il lavoro pesante, la cura della casa e dei bambini, le futili beghe coi vicini, il cinema, il calcio, la birra e soprattutto le scommesse, limitavano il loro orizzonte. 
Tenerli sotto controllo non era difficile.

Nello stesso tempo, però, conformemente ai principi del bipensiero,
il Partito insegnava che i prolet erano esseri inferiori per natura e che, 
come gli animali, dovevano essere tenuti in soggezione 
mediante l'applicazione di poche e semplici regole. 
In effetti, dei prolet non si sapeva granché. 
Non era necessario. 
Finché continuavano a lavorare e generare, 
le altre cose che facevano non avevano grande importanza. 
Lasciati a se stessi, 
come bestiame in libertà nelle pianure argentine, 
avevano sviluppato uno stile di vita che pareva gli si confacesse alla perfezione, 
una specie di modello ancestrale. 
Nascevano, vivevano in topaie, cominciavano a lavorare a dodici anni, 
attraversavano un fiorente quanto breve periodo di bellezza e di desiderio sessuale, 
a vent'anni si sposavano, 
a trenta erano già uomini e donne di mezz'età, 
per poi morire, quasi tutti, a sessant'anni. 
Il lavoro pesante, 
la cura della casa e dei bambini, 
le futili beghe coi vicini, 
il cinema, 
il calcio, 
la birra 
e soprattutto le scommesse, 
limitavano il loro orizzonte. 

Tenerli sotto controllo non era difficile. 

Agenti di Psicopolizia s'infiltravano fra loro, 
diffondendo false notizie e individuando, 
per poi eliminarli, 
quei pochi che davano l'impressione di poter diventare pericolosi. 
Non si faceva nulla, però, per inculcare in loro l'ideologia del Partito. 
Non era auspicabile che i prolet avessero forti sentimenti politici. 
Da loro non si richiedeva altro che un pò di patriottismo primitivo 
al quale poter fare appello
 tutte le volte in cui era necessario fargli accettare 
un prolungamento dell'orario di lavoro o diminuire le razioni di qualcosa. 
Perfino quando in mezzo a loro serpeggiava il malcontento
(il che, talvolta, pure accadeva), 
questo scontento non aveva sbocchi 
perché privi com'erano di una visione generale dei fatti, 
finivano per convogliarlo su rivendicazioni assolutamente secondarie. 
Non riuscivano mai ad avere consapevolezza dei problemi più grandi.

Giorgio Orwell, 1984