7 Gennaio.
Il punto di non ritorno per un’intera
generazione. Sangue, rabbia ed un vortice di violenza che solo dopo anni ha
perso, fortunatamente, veemenza. Il 7 gennaio del 1978 accadde quello che il
sistema aveva abilmente architettato. L’apertura di una guerriglia metropolitana
tra bande di giovani italiani. Gli anni di piombo, dove si perdeva la vita
nelle sezioni di partito o sotto casa.
Quel maledetto giorno, nella Capitale, affogarono nel sangue tre giovani
vite e milioni di speranze per una vera e pulita giustizia sociale. I Camerati
di Via Acca Larenzia sono caduti sotto il fuoco di assassini comunisti, al
grido di “uccidere un Fascista non è reato”, ma il vero mandante era il
$i$tema.
Focalizziamo l’attenzione sul
contesto storico. La strategia della tensione era il naturale cordone ombelicale
dell’Italia sconfitta nel 1945 e senza più sovranità, figlia di un vile
tradimento. Il Sangue venne sconfitto dall’oro.
Gli anni di Piombo, piuttosto,
sono stati dettati dall’alto ed eseguiti ciecamente dal basso. Dividi et impera.
Disgrega e domina.
La demoplutocrazia* che aveva sgominato gli oppositori, a
suon di bombe, si divertiva a creare nuove trincee per ostacolare l’ipotetica
Rinascita Sociale Nazionale.
Equivoci ideologici enormi, da una parte e dall’altra.
Fascismo e destra, un ossimoro senza capo né coda.
Ideologicamente senza senso.
Eppure nel tranello caddero milioni di cittadini.
Superficialità e malafede.
Stroncare un’Ideologia è impresa ardua, ma qualcuno ci è riuscito. Acca Larenzia
ne è l’esempio. Ancora oggi si definiscono militanti di “destra”, quando invece
sono stati assassinati perché Fascisti. Definirli di “destra” è una
mistificazione. Il discorso sulla questione ideologica, etica e spirituale è
lungo ed articolato, ma deve essere affrontato con serenità. Vogliamo creare
confusione, nelle vecchie e nuove generazioni.
Sì, bisogna ammettere che intere
schiere di giovani sono state usate e sfruttate senza scrupoli per fingere di difendere
l’Italia dal pericolo comunista sovietico, per poi regalare definitivamente la
Patria alla Demoplutocrazia, la stessa che oggi dilaga e ci ha portato alla
sfascio.
La gioventù di ieri, in larga
parte, era intrappolata in un gioco molto più grande di essa. L’Europa era un’enorme
scacchiera dove si giocava a fare la guerra fredda. Una guerra finta, a nostro
giudizio.
Ovviamente, all’epoca, chi era invischiato in quella logica assurda non
poteva sapere e non riusciva a capire. C’era una guerriglia e si combatteva.
Punto.
Sarebbe troppo facile giudicare con il senno di poi.
Oggi, invece, possiamo riflettere
e guardare avanti.
Ricordare quel Sangue è importante, affinché infamie del
genere possano essere relegate nelle cronache nere del passato.
Ora abbiamo
nuove battaglie da affrontare.
E’ in ballo il nostro futuro.
Ve ne rendete
conto?
Per molti l’unica preoccupazione è la batteria del telefonino che sta
per scaricarsi.
Ricarichiamo il nostro Spirito,
per iniziare.
Oltre le false divisioni.
Onore ai Camerati Caduti.
Disonore ai vili venduti.
*Demoplutocrazia.
La plutocrazia (dal greco
πλουτοκρατία, "πλούτος", ricchezza, e κρατείν "krateìn"
potere) è il predominio nella vita pubblica di individui o gruppi finanziari
che, grazie all'ampia disponibilità di capitali, sono in grado d'influenzare in
maniera determinante gli indirizzi politici dei rispettivi governi. Demo, sta per finta democrazia...