5.10.14

ROMBO DI SPADE


Per tutt*

Tempi bui. Nel cuore del Kalijuga.
Vite programmate e controllate.
“Solo il vostro interesse conta”
Ricordi sporadici di una essenza umana.
Sepolta.
Ma forse ancora viva.
“Occorre incentivare i consumi per favorire la produzione”
Cammino stanco verso una inutile pace.
 Rombo di spade la notte riaffiora.
“Il paese è fedele agli impegni con l’alleanza atlantica”
Volti storditi e rarefatti. Calore lontano dei fuochi sulle montagne.
“Bisogna insegnare ai giovani i valori della tolleranza e della moderazione”
Bruciano le città nel magma multirazzista.
Scuola di mistica.
Uomini e eroi.
“Bisogna capire perché i giovani si allontanano dalla politica”
Assordante rumore del tubo catodico acceso dai figli al rientro a casa.
La via del samurai è la via di chi si prepara a morire in ogni istante.
Credo di averlo letto, un giorno, non so quando, non ricordo.
Il sistema mi è dentro.
Produci…
Consuma…
Crepa…
Ma forse c’è altro…
Un tempo, non ricordo quando…


Enzo TuttiNoi.

21.9.14

RUTILIO!



Il Decalogo.

1_Priorità
La più importante e nobile delle tue attività, degna del maggiore impegno, sia quella che svolgi a favore della Causa. Lavoro e svaghi vengono dopo. E quell'impegno non si esaurisce nelle sedi di partito o nelle "manifestazioni", ma deve improntare di sé anche la tua attività di lavoro, le tue funzioni famigliari e persino quelle ludiche e distensive.

2_Meditazione
Ogni giorno,dedica qualche minuto alla riflessione. Possibilmente davanti alla natura; sennò al buio, senza spettacoli di artificialità. Meglio in piedi o seduto non sdraiato. Fa i conti con te stesso; affronta i dubbi e le contraddizioni. Importante è anche lo studio,come lo scambio di idee con camerati, ma non possono sostituire la meditazione.

3_Apertura
Ricorda che il nemico più pericoloso è la tua debolezza. Sii quindi molto rigoroso e severo con te stesso; aperto e paziente con gli altri, anche nel peggiore dei quali esiste sempre un lato positivo su cui fare leva.

4_Demagogia
Sdegna in modo assoluto la ricerca del consenso lusingando chi ti ascolta. Tu devi affermare la verità: non ciò che procura il plauso degli sciocchi.

5_Serità
Non assumere mai un impegno di militanza se non sei sicuro di potervi adempiere, ma, una volta assunto,non esistono scuse nè alibi per trascurarlo. Su ognuno di noi, quale che sia la funzione e il livello gerarchico, il Movimento deve poter contare.

6_Concessioni ideali
Non concedere nulla, per malintesa obbiettività, alle tesi e alle critiche della gente del sistema. Niente di ciò che è umano è perfetto, e così anche l’operato dei nostri Padri. Ma il compito di emendarne gli errori spetta a chi -come noi- persegue le stesse finalità, non di chi si pone la finalità opposta o è semplicemente in malafede.

7_Concessioni di costume
Astieniti con rigore anche dalle manifestazioni esteriori del costume dei barbari, prima di tutto la lingua, ma anche l’abbigliamento, il gestire, l’alimentazione, le mode. Bando agli Occhèi, alla Coca-cola, al “chewing gum”,alle magliette con scritte ed effigi barbariche, alle “star and stripes” sulle natiche, ai piedi sui tavoli eccetera. Parliamo, vestiamo, mangiamo italiano. Ci moviamo in ambiente altamente infetto. Il graffio più insignificante può dare una setticemia!

8_Contrasti
Qualsiasi contrasto tra noi va affrontato col desiderio di risolverlo. Ma quand’anche dovesse permanere, mai la minima manifestazione di esso, con articoli, comunicati o dichiarazioni dovrà esservi all’esterno, ad alimentare malevoli pettegolezzi e dare comunque l’impressione che noi siamo come gli altri. Nei casi estremi, adite la giustizia di partito, non quella della Repubblica.

9_Indegnità
Se un membro del Movimento si comporta in modo a vostro parere indegno dello stesso, contestatolo innanzi tutto a lui, occhi negli occhi. Se non vi sentite sicuri dell’accusa. Tacete. Se riferite agli organi disciplinari, avvertitelo. Mugugni e diffamazioni dietro le spalle lasciateli ai “demoplutocratici”.

10_Fondamenta

Diffida dal pronto entusiasmo e dalla momentanea esaltazione, materiali buoni al massimo per i fregi, non per farne fondamenta e pilastri. Le m nostre strutture devono essere di fede sicura e di serena consapevolezza.

Rutilio Sermonti, tratto da il Manuale del Militante Nazional Popolare (Grafica DMT - Roma 2007)

9.9.14

9 settembre 2014




9 Settembre 1943

Non è un giorno qualsiasi.
In tanti si affannano a parlare e sparlare dell'8settembre.
Il giorno dopo, però
nacque proprio quello spirito irriducibile,
altamente carico di etica e di sacrificio.
Quello $pirito è arrivato fino ai giorni nostri.
Cosa lo alimenta?
Non è follia, è amore.
L'amore è follia.


Ricordiamo tutti/e quelli/e che
diedero la vita per l'Idea.

QUOTIDIANAMENTE!

Redazione Lo Schiaffo 451




8.9.14

8.9.43 - 8.9.14




Otto di settembre

Notte di settembre che gli hai fatto al mio cuore
alle mie gambe di vent'anni, così sicure dove andare.
Otto di settembre che mi hai spento la luce
ci hai frugato nei sogni, ci hai spezzato la croce.
Dieci soldati armati ci fecero fermare
ci indicarono coi fucili il percorso da fare.
E la guerra come un'onda ci soffiava sulla schiena
una fiamma di metallo ci faceva da corona
voltando pagina alla storia come un libro scritto male
ci lasciava la memoria e una repubblica sociale.
Dieci generali stanchi già puntarono sul petto
medaglie di stoffa tra il nostro cuore e il colletto.
E l'Italia era una barca che se andava alla deriva
ed il futuro era in catene al legno marcio della stiva.
Ci ridaranno i nostri morti, ed i nostri pezzi di bandiera
stivali di cuoio duro ed una camicia nera.
Notte di settembre che gli hai fatto al mio cuore
alle mie gambe di vent'anni, che non sanno più scappare.
Otto di settembre e quelle canne di moschetto
ci hai infilato la morte e ci arriva sul petto.
Dieci briganti sporchi che si credevano soldati
premono il grilletto sui nostri sorrisi sudati.


Massimo Morsello

1.9.14

XXX VIII MMXIV


Resoconto Giornata Ecologica 
"Puliamo la Piana di Lauro"

Il Viaggio

Si parte a piedi da Piazza Trescine a Cervinara, direzione Piana di Lauro.
Un manipolo di volontari, armati di passione e orgoglio territoriale
scelgono di pulire uno dei posti più belli ed incontaminati d’Italia.
Il viaggio è duro e faticoso. Ma tra battute, risate e goliardia si macinano chilometri,
illuminati dalle torce e dalle stelle.
Scalare una montagna ha il suo fascino spirituale.
Ad ogni passo pensi alle brutture che vivacchiano a valle.
Abbiamo scelto il lato di Avella per il panorama spettacolare, dove si scorge Napoli.
Pensate che queste zone sono bombe ad orologeria ambientale,
per colpa della famosa e atavica battaglia del Sangue contro l’oro.
La voglia di raggiungere il rifugio è tanta, i passi diventano più decisi
e il sudore inonda i militanti, sorridenti e differenti.
Da lontano di sentono i ritmi alternati del Sonica,
festival internazionale di musica elettronica
che si svolge proprio in Valle Caudina.
Durante il cammino il gruppo raccoglie la solidarietà
di centinaia di ranocchie che saltellano insieme ai ragazzi
della Cmc321 e del Movimento Caudino No Amianto.
Sembra che la Natura voglia difendersi
ed abbia stregato i nostri cuori,
spingendoci, nella notte, a lottare.
L’avventura è saporita.
Il branco di Lupi “gialloneri” l’affronta affamato di pulizia e decoro.

La giornata Ecologica

Dopo aver raggiunto la meta, c’è il breve riposo rumoroso,
insieme ai volontari di Microphonix che hanno raggiunto la struttura.
L’alba chiama a raccolta i militanti e gli amanti del Verde.
I primi ad arrivare sono l’Assessore Todino, il delegato all’ambiente Viola ed il Sindaco Tangredi.
Istituzioni, associazioni e cittadini uniti a difesa del Partenio.
E’ lo spirito della Natura che spinge a compattarsi.
Via via si popola il rifugio gestito dagli “Amici della Montagna Partenio”.
Al nostro fianco i ragazzi di Microphonix, UserTv e qualche esponente del nascente
Forum dei Giovani oltre alle varie realtà inserite sul manifesto.
Poco dopo arrivano il gruppo della Protezione Civile di Cervinara ed i Rangers del Partenio.
Iniziano i lavori senza sosta.
S’impreca verso la maleducazione degli incivili.
Maledetti assassini della Natura.
Ai volontari si aggiungono i “briganti” di Baiano,
ultras delle montagne Irpine.
La Piana chiama a raccolta i suoi figli.
Alla base di tutto ci sono la socializzazione e la trasversalità.
Si parla dal vivo.
Qui le tecnologie sono lontane.
C’è, invece, la bellezza di vivere la vita a contatto con altri esseri umani.
Non solo.
Insieme a noi ci sono Cavalli, Cani, Mucche, Bufale e
un simpaticissimo Asino, convinto d’esser un cavallo.
Il tintinnio delle campane è una piacevole colonna sonora.
L’area viene inaugurata e ripulita.
Lo sporco c’è e viene estirpato con le mani.
La rabbia è tanta.
Canalizzarla in queste azioni è lodevole.

Il Bivacco

Tra fiumi di vino biologico, pasta & fagioli con salsiccia cucinata alla vecchia maniera
e quintali di carne alla brace,
si riposano tutti i personaggi di questa giornata.
C’è da tenere la guardia alta e questo è il primo passo.
La fiamma del Decoro deve essere alimentata.
Ci sono altre zone da ripulire, difendere e amare.
Passo dopo passo potrebbe rinascere tutto il bello della Natura,
umiliato dalla scelleratezza e dall’avidità degli uomini brutti.

La Campagnola.

Si torna a Valle, soddisfatti e orgogliosi del lavoro svolto.
Il nostro gruppo si divide con la promessa di ri-compattarci al più presto.
I ragazzi della Protezione Civile ci danno una mano a scendere, dandoci
un passaggio sulla mitica “Campagnola” che ci accompagna tra nuvole di polvere
canti nazionalpopolari  e le simpatiche lamentele delle volontarie della Prot.
Un bel gruppo affiatato e cordiale, con alla guida del mezzo Vincenzo “Rambo”, ottimo pilota
che fatica non poco a scortare l’immondizia sullo sfortunato camioncino, che
all’andata aveva forato una gomma.
Onore a tutti/e.
La Natura Vi ringrazia per

LO SCHIAFFO al degrado!

Redazione Lo Schiaffo451

17.8.14

PROFEZIE!



Ecco la nostra libertà, ecco la nostra $ocietà!

Credete forse che siamo dei cretini?
Ogni nostro passo è controllato
Siam diventati dei burattini
Tutti al servizio di questo $tato!


Una canzone profetica, scritta verso la fine degli anni 80 dagli Intolleranza, 
che fa rabbrividire  e ci strappa un sorriso amaro.
La profezia si è avverata.

La menzogna la fa da padrona
In televisione e nei giornali.
Il benessere ce l'hanno assicurato,
Ma ci han ridotto tutti quanti uguali!


L'alba del Terzo Millennio è grigia, come questa maledetta estate,
bagnata di sangue.
La "nostra $ocietà" affonda inesorabilmente.
Giorno dopo giorno.
Tutto controllato, tutto programmato.
Milioni di giovani che perdono i migliori anni della propria gioventù
in cerca di un "mi piace" o di una "condivisione".
Scrivono sulle reti sociali con la lingua dell'invasore, informando gli adepti
del Regime del Nulla sui caffè presi in giornata o sulle condizioni atmosferiche.

Milioni di foto uguali.
Milioni di Donne & Uomini
che prendono come esempio 
Uomini & Donne, un programma spazzatura
che ha ipnotizzato mezza Italia.
Stereotipi fuorvianti che sterilizzano
tanti potenziali militanti.

Tutto quanto è programmato
Finto benessere, siamo schedati
Non c'è più nulla di naturale
Con la demoplutocrazia ci hanno fregati!

Osservare, riflettere, ragionare.

Qualcuno ha tracciato la strada per modellarci
e la $ocietà si è incanalata verso un binario morto.
Meri consumatori e mere consumatrici,
spesso con la passione per la fotografia digitale.
Vene artistiche virtuali.
Nessuno/a che si sia degnato di utilizzare questa arte 
per denunciare il degrado urbano
I-N-D-E-C-O-R-O-S-O.

Si preferisce, invece, mettersi in posa fare le faccine simpatiche, con sorrisi finti
e pose riciclate da altre pseudo culture d'oltreoceano a $telle & $trisce e affini.
Gesti senza significato che nemmeno un visionario avrebbe immaginato.
L'autoscatto che diventa un rito quotidiano.
Altro che riscatto popolare e nazionale.

Basta organizzare una gara canora, ad esempio, per tenere a bada milioni di persone.
Distrazioni a suon di mu$ica commerciale.
Ecco che come d'incanto l'Italia si trasforma in popolo di cantanti e cantautori.
Retorica?
No.

La dittatura delle banche?
L'omologazione consumista?
La sterilizzazione etica?
La volgarità superficiale e grezza detta legge, ovunque.


Consigli comunali deserti e piazze piene 
per canticchiare e impelagarsi in ardite discussioni di critica.
In fondo, il problema è relativo.
Volete cantare. Bene.
Volete distrarvi. Stra bene.
Volete  immortalare le vite grame e tristi?
Fatti vostri.
Magari, quando ci sarà il prossimo appuntamento politico per l'unità 
della Valle Caudina, perché non organizzare un piccolo karaoke?

Il Ribelle non ha il lusso di mollare,
regge il fardello di questo schifo
con il solito sorriso beffardo e disintere$$ato.

Tu che sei una persona per bene
Tu non hai nulla da temere
Hai prelevato in banca trecentomila lire
Anche questo riescono a sapere!
Sui "computers" che stampano dati
Schede magnetiche e codici fiscali
Milioni di "robots" consumano soltanto.

Io non ne posso più del mondo degli uguali!

Lo Schiaffo 451

3.8.14

PALESTINA LIBERA!


Cmc321: Palestina Libera!

La Comunità Militante Caudina 321 rompe il silenzio della Valle sul vergognoso genocidio subito dal Popolo Palestinese che sta insanguinando il Vicino Oriente in queste settimane. Sulle cancellate della Villa Comunale, a Cervinara, la Cmc321 ha esposto uno striscione: “Palestina Libera”, con tanto di bandiera dello Stato di Palestina. 
La nostra azione è mirata alla sensibilizzazione e all’informazione sul genocidio che l’entità sionista- si legge nella nota diffusa- sta portando a termine nei confronti di un’intera popolazione, in larga parte inerme, visto che lo Stato di Palestina non ha un esercito regolare per difendersi. Le statistiche ufficiali parlano di migliaia di vittime tra i civili e di intere aree devastate senza pietà”.
Il conflitto ha radici profonde e complesse, ma i militanti caudini hanno un punto di vista fermo e deciso: “Non possiamo starcene zitti di fronte a questa carneficina. Ripudiamo, da sempre, l’antisemitismo senza mezzi termini. Tuttavia, il vero nemico della pace ha un solo nome: Sionismo, ossia quel movimento nato ad inizio del secolo, laico e variegato, che ha voluto a tutti i costi tornare nella Terra Promessa e l’ha occupata di fatto con il beneplacito dei tutte le grandi potenze capitaliste e comuniste”.
La Cmc321 tramite il nuovo direttivo afferma che: “l’informazione libera è l’unica possibilità che gli Europei hanno per dire basta a questo fiume di sangue innocente. Migliaia di bambini e di donne stanno pagando con la vita e addirittura si cerca di incolpare solo Hamas per giustificare la pioggia di morte. Le stragi di Gaza hanno una matrice legata agli interessi verso le vitali riserve energetiche di gas e petrolio. Il rapimento e la morte dei tre giovani israeliti è un tragico casus belli. Hamas non è solo un movimento di resistenza armato, bensì è prima di tutto un’organizzazione sociale e politica che sviluppa una efficace rete assistenziale per offrire aiuto ai più bisognosi. Gestisce l’istruzione scolastica ai bambini, fornisce un’assistenza sanitaria gratuita e offre aiuto economico alle famiglie che hanno avuto le case abbattute dalle ruspe israeliane per poterle ricostruire. L’Italia è la prima fornitrice di armi con oltre il 41% tra tutti gli armamenti esportati dall’Europa in Israele e ha importato, negli ultimi due anni da Tel Aviv, armi pari a un valore di 50,7 milioni di Euro, nonostante l’articolo 11 della Costituzione. Ricordiamo che la Repubblica Italiana ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Dalla Valle Caudina – si legge in chiusura della nota diffusa dal Direttivo- lanciamo un appello a chi dovrebbe difendere i diritti umani, senza perder tempo. In Palestina si è superato qualsiasi limite di decenza. Un esercito che prima di bombardare avvisa le vittime dei bombardamenti con una telefonata o un messaggio non conosce il significato del concetto di umanità”.

Il Direttivo Cmc321

23.7.14

23.7.1930

Terremoto scomodo in Irpinia.

2.142 morti, 4.551 feriti  completamente dimenticati.
All’1.08 una scossa colpisce una vasta area compresa tra l’Alta Irpinia e la zona del Vulture, danneggiando le province di Avellino, Napoli, Benevento, Foggia, Potenza e Salerno. I centri abitati più colpiti sono quelli in provincia di Avellino, ossia Lacedonia, Aquilonia e Villanova e quelli in provincia di Potenza sono Rapolla, Barile, Rionero, Atella e Melfi, ai piedi del Monte Vulture.
No, care Lettrici e cari Lettori, non è il tristemente famoso Terremoto in Irpinia del 1980, bensì quello del 23 luglio 1930.
Sì, 84 anni fa la nostra Terra tremò. 
Sangue, distruzione e disperazione.
Come mai nessuno/a si è ricordato di questo evento tellurico?
Esistono i Terremoti ondulatori, sussultori e quelli scomodi.
Quello scomodo, ovviamente è quello legato all’Epoca Fascista.
L’Italia intera ricorda quello del 1980, per i 3mila morti, le migliaia di sfollati e la vergognosa ricostruzione pluridecennale, fatta di truffe, scandali e ladrocini vari. 
Senza dimenticare l’epopea disumana delle persone che hanno vissuto anni nei prefabbricati, in amianto.
Il nome dell’Irpinia, nel resto della Nazione e non solo, è sinonimo di sangue versato, speculazione malavitosa e sciacallaggio partitico.
Ma quello del 1930? Perché non viene menzionato? Forse 84 anni sono troppi? Eppure quello di Messina, spesso ricordato dagli addetti ai lavori, risale addirittura al 1908.
La risposta è amara.
La mistificazione storica è figlia di questa politica marcia, nata dal Disonore e dall’infamia.
Il Terremoto Fascista non deve essere ricordato, ecco tutto.
Eppure, quella tragedia vide la nascita operativa della Protezione Civile Nazionale, in base al Regio Decreto Legge del 9 dicembre 1926 e alle successive norme tecniche applicate il 13 marzo 1927.
Il Governo Fascista guidato dal Duce Benito Mussolini, ordinò all’allora Ministro dei Lavori Pubblici, tale Araldo Di Crollalanza, di intervenire immediatamente per il soccorso ai terremotati e per la ricostruzione delle cittadine sfigurate dal sisma.
Appena scattato l’ordine, partì l’azione diretta ed efficace dello Stato.
Le norme del 13.3.1927 si legge un ottimo articolo di Filippo Giannini, prevedevano “la concentrazione di tutte le competenze operative, nei casi di catastrofe, nel Ministero dei Lavori Pubblici. Il Ministro fece effettuare, nel giro di pochissime ore, il trasferimento di tutti gli uffici del Genio Civile, del personale tecnico, nella zona sinistrata, così come era previsto dal piano di intervento e dalle tabelle di mobilitazione che venivano periodicamente aggiornate. Secondo le disposizioni di legge, sopra ricordate, nella stazione di Roma, su un binario morto, era sempre in sosta un treno speciale, completo di materiale di pronto intervento, munito di apparecchiature per demolizioni e quant’altro necessario per provvedere alle prime esigenze di soccorso e di assistenza alle popolazioni sinistrate. Sul treno presero posto il Ministro, i tecnici e tutto il personale necessario. Destinazione: l’epicentro della catastrofe. Naturalmente, come era uso in quei tempi, per tutto il periodo della ricostruzione, Araldo Di Crollalanza non si allontanò mai dalla zona sinistrata, adattandosi a dormire in una vettura del treno speciale che si spostava, con il relativo ufficio tecnico da una stazione all’altra per seguire direttamente le opere di ricostruzione”.
Strane dimenticanze.
Furono costruite 3.746 case e riparate 5.190 abitazioni.
Nacquero le prime case anti-sismiche in Italia e furono tra le poche a resistere nel 1980.
Il 28 ottobre 1930, anniversario della Rivoluzione Fascista del 1922, vennero consegnate le prime abitazioni.
Appena 90 giorni dopo la tragedia l’Irpinia tornava a vivere.
Ci vuole molta viltà per cancellare questa gloriosa pagina di storia che ha visto il Popolo Irpino e lo Stato Italiano lavorare con umiltà, fermezza e passione verso la stessa direzione. Con successo.
La ricostruzione finale? Quella del 1980 è ancora in corso dopo 34 anni, mentre quella del 1930 finì in pochissimo tempo. Lo Stato Fascista aveva già debellato la vergognosa piaga delle baraccopoli di Messina e Reggio Calabria, in ginocchio dal 1908, in quegli anni ed era in forte crescita su tutti i fronti sociali, conquistando successi per il bene ed il futuro dell’Italia. La spigolosa storia del clamoroso Consenso al Governo Mussoliniano, sottaciuta ad arte anch’essa.
Il telegramma inviato da Mussolini al Ministro Araldo Di Crollalanza, in prima linea a seguire i lavori sul posto, è emblematico: “Eccellenza Di Crollalanza, lo Stato italiano La ringrazia non per aver ricostruito in pochi mesi perché era Suo preciso dovere, ma la ringrazia per aver fatto risparmiare all’erario 500 mila lire”.
Dà fastidio a troppi/e una storia del genere.

Noi siamo in piedi per NON DIMENTICARE.

Lo Schiaffo451

20.7.14

PAOLO BORSELLINO, EROE.


Riflessioni Etiche & Analisi Politiche.

A distanza di 22 anni dalla strage di Via D'Amelio cosa resta del sacrificio di Paolo Borsellino, l’Uomo che pagò con la Vita la difesa dell'Italia? 
Finì in una bara ricoperta da una Bandiera Tricolore, piena zeppa di rabbia, sangue e dolore. Noi non dimentichiamo la reazione del Popolo ai funerali, non di Stato, quando inferocito urlava: "Fuori la Mafia dallo Stato".

Il Popolo ora l'ha commemorato in tutta Italia e Lo Schiaffo451 approfondisce un aspetto poco conosciuto del "Giudice di Ferro", nonostante centinaia di libri e chilometri di pellicola. 
Paolo Borsellino è un Martire per la Patria e si schierò dalla parte dei Vinti.
Un Uomo coraggioso e consapevole della propria condanna a morte. 
Lottò fino all’ultimo con Onore. 
Lo studio e l'analisi della sua tragica storia sono essenziali. 
Antonino Caponnetto affermò quanto segue, per essere chiari: « Un giudice vero fa quello che ha fatto Borsellino, uno che si trova solo occasionalmente a fare quel mestiere e non ha la vocazione può scappare, chiedere un trasferimento se ne ha il tempo e se gli viene concesso. Borsellino, invece, era di un'altra tempra, andò incontro alla morte con una serenità e una lucidità incredibili».
La Bella morte del Combattente.

Ripercorriamo le tappe della sua lotta. 
Paolo tra i banchi del Liceo Classico "Giovanni Meli" di Palermo dirigeva il giornale studentesco "Agorà" e le sue simpatie politiche iniziavano ad emergere e a modellarsi. La sua scelta fu coerente con lo spirito che incarnava il Fascismo, a nostro avviso. La dura offensiva dello Stato contro le cosche malavitose iniziò nel Ventennio e Paolo la continuò, fino al punto di essere dilaniato, con la sua scorta, dall'infame carica di tritolo, che seminò la morte e disperazione tra il rumore assordante delle sirene e degli allarmi antifurto impazziti.
Quindi, la sua non fu un’adesione casuale al Movimento, come certa informazione di regime vuole far credere.
Basti pensare che il magistrato Cesare Terranova si trovò in aula un giovane Paolo Borsellino, a causa di un classico scontro tra studenti Rossi e Neri. 
Ingiustamente indagato, venne assolto per estraneità ai fatti.
Paolo si schierò nel 1959 con F.U.A.N., il Fronte Universitario d'Azione Nazionale, organizzazione erede dei Gruppi Universitari Fascisti, GUF. La famosa ala movimentista giovanile che conviveva, spesso difficilmente, con gli pseudo-fascisti-filo-americani in doppio petto di Arturo Michelini, capo del Msi dal 1954 al 1969. Colui che cedette il posto all'Onorevole Giorgio Almirante. 
La militanza e le qualità morali del giovane Paolo gli permisero di entrare nell'esecutivo provinciale della calda Federazione palermitana.
Anni di lotta, anni difficili, con una guerra persa ancora troppo vicina e un ‘68 troppo lontano. 
Borsellino si distinse per il suo impegno e la Comunità territoriale coronò i suoi sforzi con la brillante elezione come rappresentante studentesco nella lista del FUAN "Fanalino" di Palermo. 
Poco dopo, nel 1963, divenne il più giovane Magistrato d’Italia.
Paolo, Onore e Vanto di un’area politica che sorgeva dalla ceneri della Repubblica Sociale Italiana e continuava ad esprimere dissenso verso lo $fascismo di quei giorni.

Da allora la “militanza” di Paolo ebbe la sua naturale evoluzione nella Magistratura, a difesa del nobile concetto di IVSTITIA.
Paolo, incarnava gli Ideali la Giustizia, gli stessi che spinsero Benito Mussolini in Sicilia ad affrontare con veemenza la Mafia, affidando l'offensiva al Prefetto di Ferro, Cesare Mori.
L’ultima azione, quasi rimossa dalla memoria collettiva, del "Camerata Paolo" fu l’incredibile partecipazione alla Festa Nazionale del Fronte della Gioventù, a Siracusa, nel settembre 1990. Solo due anni prima della Strage.
Giudicate Voi, dalle sue parole: «Potrei anche morire da un momento all'altro, ma morirò sereno pensando che resteranno giovani come Voi a difendere le idee in cui credono: ecco, in quel caso non sarò morto invano».

Su quel tavolo c’era il futuro Onorevole e Sindaco di Roma Gianni Alemanno, capo duro & puro, del Fronte della Gioventù. Paolo affermò senza mezzi termini, ai tanti giovani presenti, che nonostante tutto si può combattere e morire per un Ideale sacro come la Patria. 
Lui combatteva per uno Stato Etico a difesa dei Cittadini, gli stessi che oggi si riversano nelle Piazze uniti nel ricordo, senza dar peso al ronzio delle onnipresenti polemiche sterili e banali.

Perché nessuno focalizza l’attenzione sulla composizione organica delle Piazze che onorano ogni anno la Memoria di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone? 
C’è il Rosso dei Libretti Rossi, il Nero dei Tricolori, i fazzoletti dei partigiani e il colore di tanti giovani Cittadini.
Il diritto alla Giustizia è un dovere per lo Stato.

Tutti/e uniti/e nel suo ricordo, nonostante le ataviche divergenze di pensiero.
Il messaggio di Paolo è trasversale e continua dar fastidio al $istema, anche dopo la morte.

Giuseppe Tricoli, parlamentare del Movimento Sociale Italiano ci trasmette una testimonianza unica, che dovrebbe spingere tutti/e a riflettere: «Ricordo con emozione quel giorno a Siracusa, durante la Festa Nazionale del Fronte della Gioventù nel 1990, quando conobbi personalmente Paolo Borsellino. Lui non aveva mai nascosto le sue idee e trascorsi politici, ma partecipare ad una festa del FdG all'epoca non era facile. Lui andò oltre e dichiarò espressamente alla fine del suo discorso: Sono uno di Voi».

Quel Voi pesa sulle coscienze nere di molti dirigenti, del Msi prima e di Alleanza Nazionale poi. 
Quel Voi, però, era diretto ai Militanti del Popolo Italiano onesto, produttivo e alternativo al marcio.
Paolo sapeva di dover pagare con la vita e non ha mollato e non ha tradito, a differenza di altri.

In venti anni di errori, "i colonnelli traditori" hanno spento definitivamente la Fiaccola e/o la Fiamma, lasciando un vuoto, soprattutto etico, sul panorama nazionale.
Complotti, strategie, trame nere e tarantelle varie. 
Disperdere anni di Lotta e di Passione, fino al punto di arrivare a pagare i figuranti per gremire le piazze, resta un'impresa ardua. 
E' andata così, mettiamoci una croce sopra. Anche quella di San Patrizio va bene. 
La potenziale alternativa al Sistema fagocitata dal Sistema stesso.
Chi ha perso la Vita e chi la faccia.

Il Sud sarà la tomba del Sistema?
Il $istema sarà la tomba del Sud, se non incarneremo il Mito.


Grazie, Paolo. 
                                                                                                                                       Lo Schiaffo 451