26.6.14

CIAO CIRO!


Ciao Ciro!

Ciro ci ha lasciato, dopo aver lottato come un leone per 50 giorni.
Il mondo ultras è travolto da questa morte assurda.
Sparare non appartiene
al famigerato codice non scritto delle tifoserie organizzate.
Mai era successa una cosa del genere, almeno in Italia.
La rabbia e tutto quello che è successo durante la finale di Coppa Italia,
è sulle labbra di tutti/e.
Ognuno si è fatto un’opinione, basata sul proprio retroterra culturale.
Dal borghese che snobba queste storiacce popolane,
al sapientone di turno che giudica, condanna e colpevolizza.
Cronache del Terzo Millennio, quello in cui
durante la tragica agonia di Ciro
c’era chi aggiornava
secondo per secondo
il bollettino medico.
Ecco l’anima becera dello sciacallaggio mediatico.
Vomitevole, poi, la pista politica.
Qualcuno vorrebbe rinfocolare gli scontri tra opposte fazioni, anche politiche?
Una nuova strategia della tensione sociale?
Perché?
Per chi?

Rendiamo omaggio alla memoria di Ciro, invocando giustizia.
Senza violenza.
Il messaggio che la madre di Ciro ha lanciato è chiaro e da rispettare:
Nessuna faida in nome di suo figlio!
Gli Ultras non sono assassini.
Sia chiaro.

Tuttavia, un problema poco affrontato dalla stampa,
ma che a nostro avviso è fondamentale,
è quello legato al servizio di ordine pubblico.
Troppo abbagliante la scritta gialla su sfondo nero,
da accecare milioni di cittadini.
Cosa non ha funzionato nel piano pre partita?
Sapendo dell’alta pericolosità della gara tra Napoli e Fiorentina,
disputata a Roma,
perché i punti chiaramente sensibili ad eventuali scontri
erano sguarniti?

La violenza negli stadi è una piaga deprecabile,
perché alla fine divide l’Italia in mille piccole Patrie,
antagoniste tra di loro,
anche se unite da uno stile unico,
una mentalità, fuori dagli schemi e quindi
estremamente variegata.

L’unica arma è la prevenzione, non la repressione.

Ora le parole si sprecano.
Il Popolo unito, però, non sarà mai sconfitto.
Ciao Ciro.


Riportiamo l'appello della Famiglia Esposito:
''Alle 6 di questa mattina dopo un calvario durato 50 giorni si è' spento il nostro Ciro, un eroe civile. Quel maledetto 3 maggio il nostro Ciro é intervenuto in via Tor di Quinto a Roma per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli calcio.
Il nostro Ciro ha sentito le urla di paura dei bambini che insieme alle loro famiglie volevano vedere una partita di calcio; 
é morto per salvare gli altri.
Chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte''

23.6.14

Caudium Sport/ Parla Ferraro




Calcio/ Promozione Girone "C..audium"!


Incontriamo Pasquale Ferraro, il neo allenatore dell'A.C. Montesarchio che affronta il  recente passato e parla del prossimo campionato di Promozione, dove saranno protagoniste ben quattro società caudine, ossia il Montesarchio, che mira alla vittoria diretta, l'Audax Cervinara del presidente Joe Ricci che con Salvio Casale in panchina proverà il salto di categoria, la Polisportiva San Martino 1982 che potrebbe essere la sorpresa e il neo promosso Paolisi '92 che sulle ali dell'entusiasmo cercherà di conquistare la salvezza, senza passare dalla lotteria degli spareggi. Insomma, un girone di ferro dove il calcio Caudino detterà legge.

Ferraro, senza peli sulla lingua, affronta anche la delicata questione della repressione nei confronti del tifo organizzato e delle pessime strutture sportive della zona. Lancia una Schiaffo, sottolineiamo goliardico e non offensivo, al suo ex Presidente Taddeo, anche lui Cervinarese. 


Buona lettura, sportivi/e


d- Mister Ferraro, dopo una lunga trattativa e la bufera con la Forza e Coraggio del Presidente Taddeo è arrivato finalmente il sereno con l’accordo siglato con l’A.C.Montesarchio. Sarà un Cervinarese puro sangue a guidare i ragazzi di Biagio Mataluni in Eccellenza, magari con l'attaccante di razza Alessio Befi, altro Cervinarese Doc?

r- Sarò io a guidare il “Monte” sperando di portarlo in Eccellenza. Befi è un giocatore che stimo e anche un amico.  Mi farebbe piacere averlo con me a Montesarchio, ma come tutti i giocatori importanti non sarà facile da prendere.


d-Come pensa di essere accolto dalla tifoseria all’ombra della torre, che in passato l’ha punzecchiata con lo sfottò di Anti Cervinaresi e dai suoi “ex” sostenitori cosa si aspetta?

r- Spero di essere giudicato per quanto farò e non per le mie origini Cervinaresi . Dai miei ex tifosi mi aspetto l'accoglienza che merita chi ha fatto tanto per la sua cittadina. 


d-La Valle Caudina sarà quindi protagonista nel prossimo campionato di Promozione con ben quattro compagini in gara. L’acceso campanilismo tra le varie realtà potrebbe essere un ostacolo per l’unità territoriale della futura Caudium? Come vede l’idea di un’unica squadra per puntare al calcio professionistico?

r-I quattro derby sono una motivazione in più per fare bene. Tuttavia, non credo che il calcio possa  incidere sulla politica, né tantomeno sul futuro di Caudium.


d-Torniamo alla sua Patria calcistica, Cervinara. Qual è il suo rammarico come tecnico e qual è stata la più grande soddisfazione come Cervinarese?

r- Da Cervinarese le grandi soddisfazioni sono due. La prima è la salvezza miracolosa del 2008/09 in Promozione.  L'altra è  l'aver riportato  gli Ultras al Canada, dopo anni di buio. L'unico  rammarico è quello di aver lavorato con gente incompetente. Nella stagione 2009/10 ho costruito una grande squadra, ma alcuni presunti dirigenti, tranne il Presidente Angelantonio  Starace, mi remarono contro.


d- Il Calcio minore è tornato prepotentemente al centro dell’interesse degli sportivi locali. Girando tutti i campi della Campania, e oltre, come vede la situazione delle strutture sportive pubbliche caudine?

r- Le strutture in Valle sono  da ritenersi inadeguate. San Martino e Paolisi hanno provveduto a migliorare la situazione, ma è impensabile che piazze come Cervinara, Montesarchio e la stessa Airola debbano avere strutture non all'altezza del blasone delle società e dell'importanza del paese. 
 

d- Lo sport come aggregazione e formazione di giovani. Quali sono i valori fondamentali che lei trasmette ai propri calciatori?

r- I valori da trasmettere di base sono  la "fame di vincere " e il rispetto per  l'avversario. Dopo ciò niente più è controllabile essendo il calcio uno sport "situazionale".


d- Lei durante lo scorso campionato ha lanciato un importante messaggio di solidarietà ai tanti Ultras del Cervinara diffidati dopo i fatti di Ariano Irpino, insieme al Presidente Mataluni. Anche le tifoserie del Montesarchio e del Paolisi hanno avuto gli stessi problemi, in situazioni diverse. C’è un’esagerazione delle sanzioni verso i tifosi organizzati, che sono l’anima nel bene e nel male,oppure c’è una pessima gestione degli eventi?

r- Sarò sempre dalla parte dei tifosi in quanto sono la parte sana del calcio, quindi contro a ogni forma di repressione.


d- La redazione de Lo Schiaffo 451, ringraziandola, la invita a lanciare uno schiaffo, simbolico e goliardico, a chi desidera, come prassi in chiusura delle nostre interviste...

r-Lo schiaffo? Al Presidente della Forza e Coraggio  Massimo Taddeo. 
Lui sa il perché

LoSchiaffo451

17.6.14

1984!


Il lavoro pesante, la cura della casa e dei bambini, le futili beghe coi vicini, il cinema, il calcio, la birra e soprattutto le scommesse, limitavano il loro orizzonte. 
Tenerli sotto controllo non era difficile.

Nello stesso tempo, però, conformemente ai principi del bipensiero,
il Partito insegnava che i prolet erano esseri inferiori per natura e che, 
come gli animali, dovevano essere tenuti in soggezione 
mediante l'applicazione di poche e semplici regole. 
In effetti, dei prolet non si sapeva granché. 
Non era necessario. 
Finché continuavano a lavorare e generare, 
le altre cose che facevano non avevano grande importanza. 
Lasciati a se stessi, 
come bestiame in libertà nelle pianure argentine, 
avevano sviluppato uno stile di vita che pareva gli si confacesse alla perfezione, 
una specie di modello ancestrale. 
Nascevano, vivevano in topaie, cominciavano a lavorare a dodici anni, 
attraversavano un fiorente quanto breve periodo di bellezza e di desiderio sessuale, 
a vent'anni si sposavano, 
a trenta erano già uomini e donne di mezz'età, 
per poi morire, quasi tutti, a sessant'anni. 
Il lavoro pesante, 
la cura della casa e dei bambini, 
le futili beghe coi vicini, 
il cinema, 
il calcio, 
la birra 
e soprattutto le scommesse, 
limitavano il loro orizzonte. 

Tenerli sotto controllo non era difficile. 

Agenti di Psicopolizia s'infiltravano fra loro, 
diffondendo false notizie e individuando, 
per poi eliminarli, 
quei pochi che davano l'impressione di poter diventare pericolosi. 
Non si faceva nulla, però, per inculcare in loro l'ideologia del Partito. 
Non era auspicabile che i prolet avessero forti sentimenti politici. 
Da loro non si richiedeva altro che un pò di patriottismo primitivo 
al quale poter fare appello
 tutte le volte in cui era necessario fargli accettare 
un prolungamento dell'orario di lavoro o diminuire le razioni di qualcosa. 
Perfino quando in mezzo a loro serpeggiava il malcontento
(il che, talvolta, pure accadeva), 
questo scontento non aveva sbocchi 
perché privi com'erano di una visione generale dei fatti, 
finivano per convogliarlo su rivendicazioni assolutamente secondarie. 
Non riuscivano mai ad avere consapevolezza dei problemi più grandi.

Giorgio Orwell, 1984

FRANCESCO E' LIBERTA'!



Luigi ricorda Francesco.

Nei due mesi a Casal del Marmo ho frequentato anche Francesco Cecchin.
Se non fosse morto, oggi sarebbe sicuramente un parlamentare di Alleanza Nazionale.
Me lo immagino così 
perché lo ricordo diverso dagli altri, 
di buona famiglia, una mentalità più politica, più fine.

Durante il periodo in coma, frequento spesso la sua famiglia, 
mi ricordo bene i genitori e soprattutto la sorella, Maria Carla. 
La madre di fronte al dramma della morte del figlio non aveva la mia sete di vendetta. 
Non voleva vedere alla sbarra i colpevoli a tutti i costi. 
Neanche Maria Carla, che aveva visto con i suoi occhi tutta la scena, 
la fuga del fratello, il volo, il corpo insanguinato, fermo a terra.
Era una ragazza mite, timida, scioccata.

Noi eravamo già induriti dalla vita, dagli scontri, dal carcere.
Ci siamo rincontrati a distanza di anni.
Maria Carla Cecchin è sempre sorridente, 
ma negli occhi leggi ancora il dramma del fratello.
Il papà di Francesco Cecchin veniva da Nusco in provincia di Avellino;
con un’aria aristocratica sedeva nella poltrona più bella del salone, 
stringeva i pugni e cercava di non piangere.

Luigi Ciavardini

Tratto da “La Strage di Bologna e il terrorista sconosciuto – il Caso Ciavardini, Edizioni Bietti, pag.45 

4.6.14

1994-2014...CIAO MASSIMO!

Ciao Massimo!

Nel mio lavoro non esiste la paura, 
al limite un film va male 
puoi rimane' amareggiato,
te po' dispiace'. 
Ma la paura no, 
'a paura è 
quando ci stanno sessanta licenziamenti in fabbrica.


Massimo Troisi (San Giorgio a Cremano, 19.2.53 – Roma, 4.6.1994)

2.6.14

REPUBBLICA SOCIALE!


Per un'altra REPUBBLICA, quella SOCIALE!

Repubblica: la cosa di tutti
Fa pensare a marmo e acquedotti, a città romane
Costruite da gente inventiva e capace di ispirazione
Una cosa da tutti!

Repubblica: vivere in mezzo alla merda dei cani
Tra gente triste e incazzata, abbronzata da teleromanzi a episodi
Con muscoli sodi e intestini spastici
Gente malata, circondata da animali domestici!

Una repubblica dove tutti scopano come conigli,
Ma non fanno figli perché a trent'anni sono ancora bambini
Coi videotelefonini sempre pronti a filmarsi i pompini!

Repubblica: la cosa di tutti, una cosa per tutti
Uomini e donne che passano ore davanti agli schermi
Tutti i giorni della repubblica
E chattano e schiattano e spremono e vengono e poi si raccontano!

Repubblica: dove gli organi d'informazione
Usano i metodi del ricatto e della diffamazione
Dove i codardi pennivendoli avranno sempre l'ultima parola
E tu avrai sempre l'onere della prova!

Repubblica: dove la legge è uguale per tutti,
Ma talmente tanto che per sicurezza
Per fare certezza c'è una magistratura democratica
Che si incarica da sola di fare trasparenza!

Una repubblica fondata sui valori della resistenza
Sui valori della violenza, sui valori del tradimento e dell'arroganza
Una repubblica fondata sulla lotta armata fatta da banditi e disertori
Dinamitardi e bombaroli!

Repubblica: fondata da fuoriusciti e da esiliati
Gente con conti banca strani
Da mafiosi italiani riportati a casa dagli americani!

Una repubblica fondata sulle menzogne e i tradimenti
Da gente senza scrupoli che accendeva le luci durante i bombardamenti!

Una repubblica fondata sui valori degli epuratori
Da chi senza tante storie e con l'aiuto degli stranieri
Ha fatto fuori quegli ultimi italiani che fino alla fine
Hanno combattuto per un'altra Repubblica!

Per un'altra Repubblica, per un'altra Repubblica!
Per un'altra Repubblica, per un'altra Repubblica!
Per un'altra Repubblica, per un'altra Repubblica!

Per un'altra Repubblica, per un'altra Repubblica!

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